Un canto per la Val della Legna

Sabato 19 ottobre Val della Legna.

E' una valle secondaria della piu' nota Valle di Champorcher, in Val d'Aosta. Parte senza tanto clamore da Outre l'Eve -1233 m. - e, con andamento nord sud, si allunga fino al Monte Marzo, che gia' avevo salito anni prima.

Mi incammino da subito su una mulattiera mirabilmente lastricata, qua e la' protetta da muretti a secco, verso vecchi alpeggi ancora straordinariamente conservati.

Il percorso sale alto sul torrente tra radi boschetti di larici e pascoli incredibilmente rasati; qui l'autunno e' arrivato in fretta, disordinato e in anticipo sul calendario ha gia' incupito le tonalita' che pensavo dorate e luminose; negli ultimi giorni poi un forte vento ha spogliato, con inopportuno vigore, le fronde dei larici, depositando e stendendo, in onore degli ultimi ospiti, un effimero tappeto di aghi dorati sul sentiero.

La mulattiera sale ancora, su per sorprendenti scalini incontro a vallette sospese, dove antiche frane hanno lasciato enormi massi; riaccosta infine il limpido torrente per poi perdersi, con generosa serenita', nell'esteso pascolo dell'alpe Chavana, poco oltre i 2000 m.

L'escursione poteva finire qui, sostando in quella piana, cosi' immobile e silente, camminando piano, salutando nuovamente questa amata stagione, mai cosi' sfuggente.

Certamente la salita all'anonima Punta Fricolla non ha aggiunto nulla se non il sempre grandioso giro d'orizzonte: tra cime ben piu' famose, riconosco l'elegante profilo dello Zinalrothorn, uno dei miei preferiti - anche se non lo saliro' mai.

Quando l'ombra ha ripreso possesso di tutta la valle, scendo. Mi affligge il pensiero di quella strada interpoderale che menti avide e stolte vorrebbero tracciare in questa valle dimenticata, forse cancellando questo capolavoro di mulattiera; certamente la valle non mi ''appartiene'': sono troppo lontana, sono della pianura, sono qui di passaggio.

Forse non sara' nemmeno tra le piu' belle, ma vorrei poterla ritrovare cosi' immobile e dimenticata, quando mi bastera' fermarmi al suo fondo, aspettando il sole.

E cosi' l'aggiungo, convinta, a quel ridottissimo elenco personale di luoghi per cui vale la pena agire anziche' subire.

Ciao Marina.

23 ottobre 2002