A NOI PIACE "COUNTRY" I

Alla indefessa ricerca del miglior modo di girare a zonzo per le montagne in inverno, io e il Moscone Bianco siamo divenuti possessori di un paio di fiammanti Atomic da sci escursionismo.

Per i neofiti, trattasi di una specie di sci di fondo "maggiorato", cioe' un po' piu' largo del normale e dotato di lamine. Alla gioia di averne trovati un paio in super svendita, L. 150.000 contro 389.000, e' subentrata la delusione di apprendere dal commesso (ma sara' vero?) che gli attacchi da sci-escursionismo non li produce piu' nessuno.

Si trattava di uno speciale attacco che consentiva il blocco del tallone nella discesa di una apposita pedula o scarponcino: la soluzione migliore secondo noi per chi vuole godere delle gioie dell'escursionismo senza esser costretti alla fatiche immonde dello sci-alpinismo con la sua pesante e ingombrante attrezzatura…

Com'e', come non e', il Moscone Bianco faceva "trapiantare" le sue vecchie scarpe-attacco sugli Atomic fiammanti mentre il Ghezzer, vincendo la sua proverbiale parsimonia, decideva non senza dispiacere il gran salto: scarponcino nuovo da fondo "combi" e relativo attacco.
Il tutto si traduceva in una dolorosa mazzata di Lit. 300.000 (+20.000 per un tubettino di colla, ladri!!!).

Lo scarponcino "combi" dovrebbe, secondo le intenzioni del Ghezzer, garantire una maggiore stabilita' della vecchia e leggera scarpa da fondo sul "preistorico" attacco Rottefella da 75mm. L'incognita e' il moderno attacco, di quelli che usano adesso: stretto stretto e plasticoso assai. Resistera' alle sollecitazioni dello sci-escursionismo?
Vi riferiremo alle prossime uscite.

La seconda fase dell'operazione "country" e' il recupero di due vecchie pelli da sci alpinismo che, squartate in due, dovrebbero produrre 4 ottime pelli per gli Atomic teste' acquistati. Ma ora basta, veniamo ai fatti.

La prima uscita interlocutoria, prima cioe' di aver completato l'attrezzatura, giusto per provare gli Atomic del M.B. e' avvenuta venerdi' 17 dicembre (ebbene si', noi free lance non guadagneremo una lira, ma almeno possiamo andare in montagna quando piu' ci aggrada, anche di venerdi' 17! :) destinazione Col Santo (gruppo Pasubio). Attrezzatura: scarponi da montagna, ghette, scarpe da fondo, sci di fondo e, mi vogliorovinare, ciaspole (esagerati!)

Per una serie di disguidi siamo partiti tardi, e raggiunta la localita' "Giazzera" ci siamo incamminati sulla strada per il rif. Lancia. La strada (abbiamo capito poi perche' "Giazzera", dal trentino giaz, ovvero ghiaccio) era un ghiaccione pauroso ricoperto da pochi centimetri di neve fresca, roba da rompersi l'osso del collo ad ogni passo.
Dopo circa 2 km abbandoniamo la strada per il ripido sentiero 132.

Il Moscone accusa subito la salita, restando indietro, mentre il Ghezzer, discretamente pimpante, se la beve in relativa scioltezza. Guadagnato finalmente lo spallone e usciti dalla vegetazione, si apre un bellissimo e panoramico paesaggio. Giornata a dir poco meravigliosa, temperatura incredibilmente mite, senza un filo di vento.

Alla prima baita sosta per mettere finalmente gli sci. Neve da zero a 30 cm, da sventata a fresca, da ghiacciata a crostosa. 'N macello. Il Moscone Bianco inforca i fiammanti Atomic, sciolina blu in stick sulle solette. Io inforco i miei "giurassici" e fedeli Track squamati, un filo di blu giusto per solidarieta' :D

Partenza. Il Moscone arranca subito, con scivolate alla Fantozzi, mentre il Ghezzer s'inerpica agilmente sul costone quasi come un… capriolo (niet battute grazie!)

Risaliamo lo spallone, molto scenografico, piegando verso est in direzione della Baita Marisa. Bellissimi i pianori e i costoni circostanti. Io e il Moscone pensiamo che debbano essere meravigliosi con gli sci da sci-alpinismo e una trentina di cm di neve fresca. Ci ripromettiamo di tornare, magari con Edo e i suoi fiammanti KONG.

200 metri sopra Baita Marisa altra sosta per ulteriore sciolinatura, dopo alcune divertenti facciate per terra del Moscone Bianco (causa repentini slittamenti :) Il Ghezzer annusa l'aria, tasta la neve e sentenzia: rossa in tubo! (cioe' la famigerata marmellata).

Spalmiamo gli Atomic con la rossa, impiastricciandoci fino alle orecchie. Niet sciolina per i vecchi Track squamati che, a dispetto dell'eta', vanno su come due carri armati.

Purtroppo la sciolina rossa e' centrata in pieno, niente piu' scivoloni e finito quindi il divertimento per il perfido Ghezzer :((. L'ora tarda ci fa capire che non sarebbe prudente arrivare fino in cima al Col Santo, che vediamo maestoso in lontananza.

Arriviamo fino a quota 1900 tra bellissimi paesaggi, attraversando boschetti, inerpicandoci a zig zag su bei costoni con panorami veramente da urlo.

E' arrivato il momento della discesa: la solita leggera preoccupazione ci pervade. Preoccupazione eccessiva, in verita': la sciolina sotto gli Atomic fa un po' di zoccolo ed e' come scendere col freno a mano tirato :D. Il che in certe situazioni e' anche meglio :DDD Idem per gli squamati con la blu.

Tiriamo giu' dei bei diagonaloni in neve fresca, ci godiamo i panorami favolosi e la temperatura tiepida. Arriva un bel pendio con 30 cm di neve fresca che pare zucchero a velo.

Il Ghezzer si butta per primo, e con la sua innata eleganza :DDD padroneggia da par suo il precario equilibrio dovuto al maledetto tallone libero. Si ferma in fondo al pendio, letteralmente estasiato per la discesa, girandosi maligno per vedere la discesa del Moscone (chissa' che non ci scappi un bel volo! :D

Si butta il Moscone: da codarda segue la mia traccia per un po', poi esce in neve fresca. Viene giu' a balzelloni tra gli sbuffi di neve fresca e le cunette. A pochi metri dal Ghezzer, ebbra di gioia, esclama "E' bellissim…"
Non l'avesse mai detto: inciampa clamorosamente alla Fantozzi ed esegue uno spettacoloso "pelle di leone" con la faccia nella neve.
Il Ghezzer si piega in due dal ridere, le lacrime agli occhi…

Il Moscone Bianco si divincola nel groviglio di sci, bastoncini, scarponi e zaino, nella neve fresca: sapete, quella bella neve polverosa che, a contatto con la faccia, si trasforma subito in acqua.
Il Moscone Bianco, imbiancato da capo a piedi e con l'aspetto di chi abbia appena preso una secchiata d'acqua in faccia, annaspa penosamente nella piccola voragine da lei stessa creata con la spettacolare caduta.
Il Ghezzer l'aiuta pietosamente, reprimendo a fatica lo sghignazzo.

Queste, signori, sono le piccole gioie della vita!

Sulla via del ritorno si segnalano altri voli, sia pure meno suggestivi: in particolare una frenata d'emergenza di chiappa del Ghezzer, per fortuna poco notata, e un altro paio di gustosi "insaccamenti" del Moscone Bianco, che quando cade ha la singolare caratteristica di cadere a peso morto, come un sacco di patate :DDD La gita prosegue senza altri incidenti fino all'auto.

Alla prossima uscita collauderemo finalmente l'attezzatura da "combattimento" al completo: i nuovi Atomic con vecchie pelli (scusate il giuoco di parole), scarpe e attacchi da fondo, stavolta nuovi.

Stay tuned!

By AGH

18 Dicembre 1999

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