Gran Paradiso 18 - 19 Agosto 2001
La proposta di Dags
Sabato 18 agosto, ritrovo a Pont all'incirca alle 15 - 15.30. Presenti: Robby, Silvia, Emilio, Lara, Mirko e Kaps.
Partenza dal piazzale alle ore 16 circa e destinazione rifugio CAI Vittorio Emanuele II dove, ridendo e scherzando in compagnia arriviamo alle 18 circa a quota 2732 mt. …. unico "disperso" per ora è Sherpa che non si riesce a rintracciare col cellulare.
Il tempo è variabile con nubi sull'orizzonte e sulle cime di fronte al VE II (Ciarforon, Becca di Monclair,….) ma tutto sommato decente, siamo tutti speranzosi che rimanga così anche l'indomani nonostante i bollettini meteo del rifugio dessero "… tempo in peggioramento" per il giorno successivo "… con possibili locali temporali". Dopo una cena a scelta tra minestrone e lasagne come primo, due fette di arrosto (… lievemente bruciacchiato) purea come secondo, pesca sciroppata o creme caramel come dolce, si sono fatte le 20 e ci prepariamo per andare a dormire datochè la sveglia l'indomani è per le 3.50! e……
di Sherpa ancora nessuna traccia, tutti credono al pacco e solo Emilio rimane convinto fino a 30 secondi prima di addormentarsi che sarebbe arrivato… ore 21.15 si spengono le luci (anzi, il lumino da loculo… perché Mirko è riuscito a bruciare il neon…) nella nostra stanza nel vecchio rifugio……
colpo di scena alle 21.45 quando una sagoma armata di zaino e frontale entra nella stanza sussurrando… "Emilio" … era Sherpa che nel tardo pomeriggio, convinto fossimo allo Chabod era salito lì e una volta accortosi dell'errore di rifugio si è fatto la traversata in notturna in mezzo a torrenti e lungo un sentiero mal tracciato… fino al Vittorio Emanuele e così dopo essersi rifocillato con una cena calda preparata apposta dal rifugiante e cambiatosi dai vestiti vagamente umidi, ci rimettiamo tutti a dormire.
Nella notte il tempo cambia notevolmente, infatti, verso l'una si è alzato un forte vento (ne sono testimone io grazie ad una fessura nella porta che avevo praticamente di fianco all'orecchio…) che ha portato verso la vallata del rifugio una perturbazione, alle tre circa pioveva e alle quattro al nostro risveglio veniva giù nevischio in una nebbia abbastanza fitta….
Demoralizzati ma ormai svegli dalla tensione per l'escursione che avremmo dovuto fare, alcuni decidono di andare lo stesso a far colazione, quindi, indossato un impermeabile e prese le torce elettriche andiamo al salone del nuovo rifugio. In stanza l'unico a rimanere a dormire alla fine è Robby.
Alle 5 circa il tempo muta nuovamente e in meglio, rimangono le nuvole intorno alla vallata ma sopra di noi si intravede il cielo azzurro dietro un sottile velo di nubi e ad est, verso la nostra ipotetica meta il cielo è addirittura sgombro di nubi ed azzurrissimo… cerchiamo allora un metodo per salvare il salvabile e alle 6 siamo in stanza che cerchiamo un tour alternativo per occupare la giornata… intanto Robby si alza e va a far colazione… al suo ritorno avevamo quasi deciso di far un giro nella vallata per ritornare a Pont attraverso una via diversa da quella della salita… ma Robby propone qualcosa che forse tutti volevano proporre ma nessuno aveva ancora buttato lì… tentiamo lo stesso il Gran Paradiso, mal che ci vada torniamo indietro da dove siamo arrivati.
E così dopo un sì generale, riprepariamo gli zaini e alle 7 siamo pronti per partire … con ben 2 ore e mezza di ritardo sulla tabella ipotizzata. Alcuni gruppi erano già partiti prima di noi, tra le 5 e le 6 e noi siamo stati il penultimo … ultimo un gruppo di inglesi e tedeschi che, sfiga vuole, ci saremmo portati dietro tutto il giorno.
Partiamo! Superata la pietraia dietro al rifugio arriviamo ad un bivio nel canalone e decidiamo di attraversare il torrente per seguire quella traccia che ci avrebbe portato sopra una cresta morenica fino praticamente ai piedi del ghiacciaio, dove ci fermiamo per attrezzarci a risalirlo….
Dopo 15 minuti eravamo pronti per partire in due cordate, una da quattro e una da tre. Silvia decide di non legarsi "perché avrebbe fatto solo un pezzo e poi sarebbe tornata giù"…
Parte per prima la cordata di Emilio e poi la cordata di Robby… il primo tratto del ghiacciaio viene superato abbastanza agevolmente anche se la pendenza è notevole… e in 40 minuti arriviamo alla parte del ghiacciaio chiamata "Schiena dell'asino" … e ora ho capito il perché… lunga da morire e sempre a salire!!…Intanto dietro compare la figura di Silvia che pian piano è arrivata anche lei su. Robby con il suo orologio altimetro ci tiene sempre informati sulla quota e specialmente alla fine ci rimanevamo tutti male quando diceva che mancavano 500 mt di dislivello alla meta nonostante la vetta si vedesse e sembrasse vicina… mancava il tratto più duro, dopo i 3500 metri le nostre prestazioni si sono un pelo ridotte ma eravamo ormai arrivati e il pensiero che poche ore prima pensavamo di aver fallito il week-end bastava per farci andare avanti!!!
Robby - Sweitzer - KapsOre 12.50
SIAMO IN VETTA!
Il tempo è stabile e addirittura durante la salita abbiamo beccato parecchie zone di sole… qualche minuto dopo arriva anche Silvia…
ora siamo tutti in vetta!!
Per salire fino alla madonnina c'è da fare un tratto lievemente esposto e causa il traffico di gente (soprattutto di quel gruppo di tedeschi ed inglesi…..) solo Robby arriva a fare quei dieci metri che mancavano.
Rimaniamo bloccati per dieci minuti su un piccolo terrazzo, grazie ai tedeschi di prima, che non andavano né avanti né indietro… quindi decidiamo di tornare giù anche perché sull'orizzonte sembrava stessero salendo dei consistenti nuvoloni…. dopo un tratto un po' critico appena sotto l'ultima salita alla vetta causato da una fessura nel ghiaccio, decidiamo di slegarci a causa della difficoltà di camminare in una neve marcia e cedevole legati….
Lara nei pressi della vetta Unica emozione nella discesa l'ho procurata io che son finito con una gamba dentro una buca in corrispondenza di una sospetta fessura ma, senza difficoltà, sono riuscito a venirne fuori. Per il resto la neve marcia ci ha affaticato molto nella discesa e dopo una sosta a metà circa abbiamo fatto una tirata quasi unica fino al fondo della lingua del ghiacciaio dove ci siamo fermati per toglierci imbrago ghette, ramponi e tutto il resto…
Ripartiamo dopo una decina di minuti per il rifugio. All'incirca erano le 16 o 16.30 se non ricordo male e sotto un sole caldissimo mettiamo il turbo per superare l'ultima pietraia che ci separava dal Vittorio Emanuele II…
giornata splendida, soddisfazione completa, compagnia fantastica e divertimento a mille…
questo il sunto della Spedizione, come era stata battezzata al mattino!
Dopo aver saldato i conti al rifugio ci riposiamo una mezzora e, quando notiamo che un ammasso di nuvole minaccia una discesa asciutta a Pont, decidiamo di far gli zaini e partire… ore 17.30 circa…
La discesa a Pont sembra non finire mai e mentre nel primo tratto si parlava e si rideva, nell'ultimo tutti erano concentrati a mantenere allineate le gambe e i piedi sul sentiero tortuoso e solo quando si è vista la fine del sentiero la parola è tornata insieme ad un sorriso di soddisfazione…
erano ormai le 19.30 circa quando ci siamo salutati sul piazzale di Pont con un……
ARRIVEDERCI ALLA PROSSIMA!

Kaps