Sono le quattro

Pistoia, 14/10/00.

Sono le quattro, la sveglia non ha ancora suonato ma sono già sveglio, le previsioni danno una speranza per la mattina ma il rumore di un tuono mi toglie ogni illusione, mi giro nel letto, sono ormai eccitato e così penso, penso ad una gita che ho fatto quest'estate.

E' ancora presto, lascio la macchina e finalmente respiro l'aria fresca e umida del mattino, nel silenzio m'incammino per la marmifera che con una larga svolta dal passo Croce sale alle cave. La lunga inattività si fa sentire ed i primi passi sono più faticosi del solito. Superata la costola che sale direttamente dal passo mi affaccio sul versante della marina che appare ancora avvolta dalle brume del mattino, segni celesti ormai sbiaditi indicano il sentiero che attraverso il paleo porta alla base dei torrioni del Corchia, palestra per gli alpinisti locali.

Mi dirigo tra il terzo ed il quarto torrione ed imbocco lo stretto canale del Pirosetto che, con bella ginnastica arrampicatoria, mi porta velocemente al filo di cresta.

Il sole comincia a riscaldare e le nebbie si diradano, per il filo di cresta e qualche roccetta raggiungo l'antecima ovest superando un branco di capre che sostano perennemente in questi luoghi pascolando sul versante sud dove l'erba è battuta dal salmastro. Continuo per il filo di cresta raggiungendo la cava intagliata a pochi metri, la gran parete bianca si distingue nettamente dal mare, raramente ho visto uno scempio simile. Dalla parte opposta è intagliata un'altra cava la cui strada di accesso ha in pratica distrutto il bosco sul versante nord, sono falliti subito dopo così che non un blocco di marmo è uscito da questa distruzione.

Superato questo triste spettacolo attacco la salita finale, ogni volta che arrivo qui l'entusiasmo mi abbandona e la salita si fa opprimente. Arrivato alla vetta al vista mi libera dal malumore, le Apuane mi circondano da tre lati e di fronte il mare è ai miei piedi. Fortunato è chi può trattenersi fino a tardi, quando il sole si tuffa nel mare che calmo si colora mentre grigie spuntano le cime della Gorgona, di Capraia e più lontano l'Elba, nelle belle giornate anche le cime della Corsica.

Segni neri portano a postazioni tedesche della linea gotica che dominano queste strette valli controllando vie e strade d'accesso, le stesse valli in cui quest'esercito si accanì lasciando una indimenticata scia di sangue tra inermi civili.

Tutto si può dire di queste genti tranne che gli faccia difetto la civiltà visto come i tedeschi affollino tranquillamente le spiagge che vedo a pochi km. E' proprio vero, l'erba cresce sui campi di battaglia prima di quanto si creda, forse l'uomo ha bisogno di provare fino in fondo l'orrore per poterne rifuggire, che ne dite?

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by Bjbo

15 Ottobre 2000

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